lug 1 2013
Piede cavo
(Deformazioni del piede – Piede cavo)
lug 1 2013
(su prescrizione medica)
La verruca è infezione virale più frequente. La sua comparsa è favorita dalla deambulazione a piede nudi su un terreni a rischio (spogliatoio, piscina) o da un deficit dell’innunità cellulare. La verruca plantare è localizzata solitamente nell’avanpiede, a livello di una zona di appoggio e talvolta sotto il calcagno, più raramente sul margine laterale del piede e sul polpastrello delle dita. Le sue dimensioni variano da quelle di una grossa testa di spillo a quelle di una moneta. Spesso ricoperta da ipercheratosi. Questo strato più o meno spesso deve essere raschiato per diversificare la verruca da un durone.
Per distinguere la verruca ci si basa su tre segni indicativi:
Il trattamento dipende dalla sede e dal numero di verruche. Si dovranno evitare la radioterapia e le tecniche che rischiano di lasciare cicatrici (elettrocoagulazione, chirurgia), soprattutto nella regione plantare. Il trattamento podologico prevede la pulizia della verruca, seguita da toccature di acido, che provvederà a cauterizzare il virus in 4-8 sedute. Questo trattamento risulta incruento, non lascia cicatrici e non ha mai esito di recidive.
lug 1 2013
(su prescrizione medica)
Il piede diabetico è un esempio di complicanza del diabete mellito. Si presenta in tre forme:
Le ulcere sono grandi e singoli. La ulcera neuropatica è indolore, a meno che non vi sia una superinfezione con importante flogosi. La sede è nella parte plantare del piede, nelle zone di sovraccarico del 1° e 5° metatarso, oppure nella zone delle metatarsali centrali, oppure nella falange prossimale del alluce.
Le ulcere vascolari sono piccoli e multiple, estremamente dolenti, anche in assenza della infezione.
Sia nel caso di piede neuropatico, che nel caso di piede vascolare valgono comuni norme di igiene e sorveglianza. Evitare tutte le situazioni che possono ledere l’integrità della cute.
Controllare:
Il podologo procede con debridment (pulizia) della lesione ed esegue medicazioni avanzate delle ulcere.
Nello studio podologico si realizzano plantari su misura per piede diabetico a scopo di prevenire sovraccarichi del piede. Uso dei feltri podologici nella fase iniziale della cura delle ulcere è una valida alternativa al uso del gesso finestrato.
Grazie ai progressi nella cura della malattia, i problemi principali oggi per i diabetici non sono più quelli legati alla sopravvivenza ma quelli legati alle complicanze croniche del diabete. Tra queste complicanze un ruolo sempre più rilevante è assunto da quella che va sotto il nome di piede diabetico che, in assoluto, è la complicanza che comporta il maggior numero di ricoveri ospedalieri. Si parla di piede diabetico quando la neuropatia diabetica o l’arteriopatia degli arti inferiori compromettono la funzione o la struttura del piede. La condizione del paziente diabetico obbliga la persona ad avere nei confronti dei propri piedi una particolare attenzione. La prima cosa da fare è evitare che i piedi possano subire dei traumi da cui derivino lesioni o ulcere. Queste possono non essere avvertite e, se trascurate, possono cicatrizzarsi lentamente o degenerare in infezioni difficili da curare, tanto che, per risolverle, talvolta può essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico. Il problema più rilevante legato ad un’ulcera del piede nei diabetici è purtroppo il rischio di una amputazione maggiore; un dato che deve far riflettere è il seguente: su 100 diabetici amputati circa 84 hanno avuto come causa dell’amputazione un’ulcera del piede aggravatasi nel tempo.
Per chi soffre di diabete è quindi sempre necessaria una visita podologica perché anche gesti semplici, come tagliarsi le unghie, possono presentare dei rischi.
Il podologo, infatti, è in grado di valutare:
Oltre ad un corretto taglio delle unghie, compito del podologo è inoltre quello di trattare le callosità, realizzare delle ortesi di protezione in silicone o dei plantari per migliorare l’appoggio del piede ed evitare zone di sovraccarico che possono danneggiare le estremità dei piedi. Nel caso in cui siano già presenti ulcere cutanee è necessario effettuare delle medicazioni avanzate per favorire la cicatrizzazione della ferita. Ovviamente l’intervento deve essere eseguito in concerto con il medico curante.
Il paziente diabetico dovrebbe sempre prestare attenzione ai piccoli accorgimenti che sono fondamentali per prendersi cura dei propri piedi ed evitare così di incorrere in patologie più complesse e dolorose:
lug 1 2013
(Stati infiammatori delle borse sierose articolari e tendinee - Borsite metatarso falangea (cipolla) da alluce valgo)
L’alluce valgo è una patologia del piede molto frequente la cui incidenza percentuale è andata sempre più aumentando spostandosi come entità chirurgica verso soggetti sempre più giovani, specie se donne.
E’ indispensabile rendere noto che la patologia dell’alluce valgo non è quasi mai isolata, bensì è associata spessissimo a dita a martello, a borsite metatarso-falangea (cosiddetta cipolla o ,in inglese, bunion) e metatarsalgie.
Il cardine di tale affezione è costituito dall’allontanamento della testa del primo osso metatarsale dalle altre ossa metatarsali.
In conseguenza di ciò l’avampiede si allarga a ventaglio dando vita alla caratteristica protuberanza che caratterizza tale affezione.
Inoltre la base d’appoggio dell’alluce soprastante si sposta, provocando la deviazione del dito verso l’esterno.
Il primo ossometatarsale e l’alluce non sono più allineati ma formano tra loro un angolo detto di valgismo da cui prende nome la deformità.
Le cause sono sicuramente genetiche.
(È inesatto dire che l’alluce valgo sia ereditario, più esatto è parlare di ereditarietà di lassità legamentosa e muscolare dei flessori dell’alluce e dei muscoli della volta plantare (in questo caso). Un piede piatto (o valgo) condizionerà sicuramente la lunghezza dei suddetti legamenti e muscoli che a loro volta permetteranno al primo dito un atteggiamento in valgismo. In conseguenza di ciò l’avampiede si allarga a ventaglio dando vita alla tipica protuberanza che caratterizza tale affezione. Inoltre la base d’appoggio dell’alluce soprastante si sposta, provocando la deviazione del dito verso l’esterno. Il primo metatarsale e l’alluce non sono più allineati ma formano tra loro un angolo detto di valgismo da cui prende nome la deformità.)
In qualche porzione dei nostri cromosomi, non ancora decifrata, risiede l’informazione genetica responsabile di questa deformità. Si può facilmente riscontrare infatti, come tutti i pazienti abbiano in famiglia un genitore o un nonno con la stessa deformità.
L’uso di scarpe strette come comunemente si crede, e’ sicuramente incompatibile ma non certamente responsabile di tale affezione, anzi al contrario, tenendo compresso l’arco anteriore potrebbe solo rallentare l’instaurarsi della deformità, che si caratterizza proprio per l’allargamento a ventaglio dell’arco anteriore, causato dall’allontanamento del primo metatarso dagli altri.
L’alluce valgo e’ pertanto una vera e propria variante anatomica del piede, cosi’ come il piede piatto o il piede cavo.
Sono costituite sia da disturbi localizzati nell’area piede che da ripercussioni su tutto l’allineamento posturale.
Nel paziente affetto da alluce valgo il cardine della deformità e’ costituito dalla deviazione della testa del primo osso metatarsale, che si sposta verso l’asse mediale del corpo e contemporaneamente verso l’alto.
L’articolazione metatarso falangea si disallinea, trovandosi cosi’ a lavorare in modo asimmetrico e comportando l’usura delle componenti cartilaginee , la cui infiammazione e’ causa di dolore e degenerazione artrosica a tale livello.
La prominenza dell’osso metatarsale e dell’articolazione metatarso-falangea urtano inoltre contro la tomaia della calzatura, la deformano provocando l’infiammazione della borsa mucosa con funzioni protettive posta sul bordo mediale dell’articolazione metatarso-falangea generando la formazione della fastidiosa borsite nota come “cipolla” che impedisce l’uso di calzature normali.
Il sollevamento dorsale della testa del primo metatarso che in condizioni di normalita’ sopporta il doppio del carico rispetto alle altre teste metatarsali, provoca il sovvertimento strutturale dell’avampiede, creando un sovraccarico sul secondo e terzo osso metatarsale con comparsa di dolore e callosita’ in sede plantare.
La spinta dell’alluce contro le altre dita provoca con il tempo il loro incurvamento, fino ad arrivare alla cosiddetta deformazione a martello e alla loro deviazione laterale o dorsale che crea la perdita dei rapporti anatomici della base del dito con l’osso metatarsale corrispondente, fino alla lussazione completa.
È la più frequente deformità associata all’alluce valgo, interessante quasi sempre il secondo dito , il quale sotto la spinta esercitata dall’alluce tende a sollevarsi, retraendo i suoi tendini estensori, fino alla flessione irriducibile dell’articolazione interfalangea prossimale.
Il sollevamento dorsale del dito fa perdere il contatto del polpastrello con il suolo, creando un sovraccarico metatarsale , mentre l’urto contro la calzatura dell’epifisi della falange prossimale crea una callosità dolente che limita la calzabilità del piede.
Il primo metatarsale spostandosi verso verso l’asse mediale del corpo diviene anche ipermobile per il contemporaneo allungamento dei suoi legamenti.
Ad ogni passo quindi, sotto l’azione del carico si solleva verso l’alto, appiattendo l’arco longitudinale mediale e provocando la rotazione verso l’interno del piede (pronazione).
Questo movimento di pronazione si trasmette attraverso le articolazioni dell’arto inferiore a tutto l’apparato muscolo scheletrico, influenzando la postura, cioe’ l’allineamento dei vari segmenti corporei lungo la linea di gravita’.
Trascinato dalla torsione del piede l’arto inferiore ruota internamente, provocando attraverso i legamenti dell’anca l’inclinazione in avanti del bacino, che a sua volta modifica la curvatura dela colonna aumentando la curva lombare (iperlordosi).
Questo assetto posturale crea delle incongruenze articolari, dando vita a delle manifestazioni cliniche che caratterizzano i pazienti affetti da alluce valgo.
Si può infatti parlare di una vera e propria “sindrome posturale da alluce valgo” che si caratterizza da:
(Stati infiammatori delle borse sierose articolari e tendinee - Borsite retrocalcaneale)